In rete si legge che per Androgino, si intende una persona che presenta la combinazione di elementi o caratteristiche maschili e femminili contemporaneamente. Tale “ambiguità” può fondare la propria identità di genere o anche solo lo stile di vita esteriore.
Capi maschili indossati da donne e capi femminili indossati dagli uomini, la moda Genderless ora viene classificata “stile di vita”. Scopriamo insieme il perché.
Genderless mood: per stile androgino non si intende la figura della donna vestita da uomo e viceversa
Molti credono che questo modo di vestirsi, riguardi solo le donne che rubano la giacca del marito o fidanzato dall’armadio. Ma è molto di più. Stiamo parlando proprio di uno stile vita, un concetto, una scelta.
La scelta di non fare distinzione tra maschio e femmina. Di essere liberi di indossare ciò che si vuole senza essere giudicati.
In un epoca dove bisogna seguire quello che è politicamente corretto per essere considerate “brave persone”, vestirsi con capi che teoricamente dovrebbero appartenere al sesso opposto, può essere visto come un grido di libertà verso una società ormai troppo bigotta. E a me, scelte così forti e decise piacciono particolarmente.
Preoccupati di ciò che pensano gli altri, e sarai sempre loro prigioniero.
LAO TZU
Personalmente trovo che una donna vestita con un bello smoking, sia femminile tanto quanto una donna vestita con il classico tubino nero. In alcuni casi, lo è anche di più.
Trovo elegantissime quelle signore che non hanno bisogno della gonna per far trasparire la loro femminilità.
Il carattere, la camminata, lo sguardo… tutto si abbina in maniera perfetta. E le trovo indubbiamente più affascinanti di tante altre talvolta poco vestite.
Trovo altrettanto interessanti gli uomini che osano una sciarpa tipicamente femminile, stampe a fiori e un po’ di colore che non sia sempre i classici nero, blu o grigio.
Genderless mood: stili ed stilisti
Armani è stato il precursore di questa tendenza già negli anni 70, portando in passerella una moda che rompeva i confini tra i generi.
Jean – Paul Gaultier, che negli anni 80 ha presentato la collezione “Men in Skirts”, dove l’uomo indossava gonne di varie forme e dimensione.
E alla fine Gucci, che nel 2015 propone un abbigliamento borderline. Adatti sia all’uomo che alla donna. La differenza? Solo nei tagli, vista la struttura fisica diversa.
Conclusione
Al di là della moda, credo che la cosa più difficile sia l’accettazione di sé stessi.
Il coraggio di poter indossare, dire e pensare quel che si vuole senza distinzione di genere. Senza doversi sentire giudicati da una società tante volte poco coerente.
Abbattere i confini tra moda maschile e femminile, potrebbe aiutare tante persone a ritrovare l’autostima persa dovuta anche dai codici dettati da come ci si deve vestire tutti i giorni. Un problema che può non riguardare me oppure il mio vicino di casa, ma se pensiamo all’inclusione a livello umano, questo è un tasto dolente per tante persone. E far sì che il disagio altrui possa essere anche di poco alleggerito, è dovere di tutti noi.
Ciò che c’è di più bello negli uomini virili è qualcosa di femminile, ciò che c’è di più bello nelle donne femminili è qualcosa di maschile.
Sunsan Sontag
A presto
Erica